
Ancora acerbo in Italia, il mondo degli ‘eSports’, ovvero del giocare ai videogiochi a livello competitivo e retribuito, è già diventato un vero e proprio business miliardario, che ha già attirato a se oltre 500 milioni di spettatori fissi, e un grandissimo numero di investitori, pronti a dar fiducia a questo settore, in costante crescita. Molti sono gli appassionati di questo mondo, che si dedicano agli eSports per seguire l’esempio dei loro idoli, e per mettersi in gioco in prima persona.
E-sports in Italia
L’Italia, ancora arretrata nell’ambito eSportivo è, tuttavia, uno dei Paesi europei con la maggiore crescita di appassionati (si parla del 25% annuale). Questa notevole crescita spinge numerosi investitori, del calibro di Armani, Juventus, ecc. a finanziare questo business, creando delle vere e proprie squadre competitive, con tanto di managers, Mental Coachs e allenatori. Di recente Alessio Romagnoli, difensore del Milan e della Nazionale italiana, ha creato il proprio team “AR13, Team Romagnoli“, incentrato principalmente su Fifa, accaparrandosi molti dei migliori giocatori italiani del famoso gioco di calcio.
Come guadagnano i videogiocatori
Una passione come il videogiocare, con costanza e dedizione può diventare un vero e proprio lavoro, ben retribuito. Oltre ai premi in denaro delle competizioni, si guadagna anche dagli sponsor e dal proprio team. Inoltre spesso i videogiocatori professionisti trasmettono le loro sessioni di gioco su piattaforme di streaming, come Youtube, Twitch e Mixer, che retribuiscono il giocatore a seconda del numero di spettatori e abbonati. I giocatori più importanti e abili, riescono a garantirsi degli stipendi altissimi, come il campione di “Dota 2” Kuro Salehi Takhasomi, solo tramite le vincite dei tornei ha all’attivo 3,5 milioni di dollari, o il 16enne Kyle “Bugha” Giersdorf , campione del mondo di Fortnite, che grazie alla sua vittoria alla World Cup tenutasi quest’estate, ha guadagnato 3 milioni di dollari.